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Trattamento nutrizionale della patologia renale cronica nel gatto
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Introduzione
La malattia renale cronica è una malattia frequente nei gatti anziani, anche se può colpire gli animali più giovani nei quali può essere congenita (ad esempio, displasia renale) o acquisita (ad esempio, conseguenza di lesione renale acuta). In uno studio recente, il 26% dei gatti >9 anni di età che erano sani alla valutazione iniziale hanno sviluppato un’azotemia entro un anno (1). Sebbene la nefropatia cronica finisca per essere progressiva, il veterinario svolge un ruolo chiave nel ritardare l’inevitabile. In primo luogo individuando precocemente la malattia, in secondo luogo istituendo opportune modifiche dietetiche (insieme a fluidoterapia e terapia medica), che possono migliorare la qualità e l'aspettativa di vita dei gatti affetti da patologia renale cronica.
Il trattamento nutrizionale ha quattro obiettivi: fornire energia sufficiente per mantenere buone condizioni fisiche, alleviare le manifestazioni cliniche dell’uremia, minimizzare i disturbi fluidici, elettrolitici e acido-base, e rallentare la progressione della malattia. Questi obiettivi sono più o meno critici e stimolanti da raggiungere a seconda dello stadio della patologia cronica, e possono essere conseguiti fornendo la dieta appropriata, e impiegando una terapia adiuvante, come ad esempio agenti chelanti il fosfato, se necessario. [...]
Punti Chiave
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Le modifiche dietetiche sono la chiave per rallentare la progressione della patologia renale e alleviarne le conseguenze metaboliche.
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I quattro obiettivi del trattamento nutrizionale sono: fornire energia sufficiente per mantenere buone condizioni fisiche, alleviare le manifestazioni cliniche dell’uremia, minimizzare i disturbi fluidici, elettrolitici e acido-base, e rallentare la progressione della malattia.
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La dieta renale deve essere adottata fin dalle prime fasi della malattia per massimizzare sia i suoi benefici sia l’accettazione da parte del gatto.
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L’alimentazione enterale assistita aiuta a fornire la dieta appropriata e mantenere le condizioni corporee nei pazienti disoressici.
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